Se al Bel Paese è stato attribuito questo appellativo, una qualche ragione che lo giustifichi deve pur esserci. E c’è, infatti, e non una sola! Il territorio italiano è disseminato di tesori artistici e culturali di inestimabile valore. Tuttavia, si sa, quando a tavola ci son troppe pietanze si finisce spesso per non apprezzarne appieno la qualità ed il gusto. A giudicare, però, dalle lunghe file davanti ai nostri musei più importanti non si può certo dire che la fame di cultura manchi. Piuttosto mancano i fondi per valorizzare e far conoscere al grande pubblico i tanti meno noti luoghi di elevato interesse culturali sparsi per tutto il Paese. Sono tanti musei minori poco organizzati, i dipinti di alto valore accatastati incustoditi in anonime chiesette alla mercé di polvere e degrado, se non addirittura comoda preda di ladri provetti, le opere ancora da catalogare, le costruzioni architettoniche di inestimabile valore artistico che cadono a pezzi sotto gli occhi di tutti, i numerosi monumenti in balia dell’aggressione dello smog o oggetto di facili atti vandalici, le molteplici meravigliose piazzette storiche deturpate dal contorno di brutture figlie della peggiore speculazione edilizia. L’Italia da sola, secondo l’Unesco, detiene circa il 40% dell’intero patrimonio artistico mondiale. Esso potrebbe costituire, a detta di tanti, una considerevole fonte di ricchezza per il nostro paese. Presumibilmente popoli più rispettosi dei tesori ritrovatisi avrebbero destinato altre attenzioni ed adeguate risorse a questo inestimabile, unico ed irripetibile patrimonio. Risorse che avrebbero generato un ritorno economico, pulito ed ecologico, con ricadute occupazionali importanti. Sarebbe stato un grande sollievo per le disagiate popolazioni del Meridione d’Italia, ove si sono succeduti popoli che hanno lasciato in eredità innumerevoli testimonianze di civiltà e cultura antiche: Greci, Romani, Arabi, Francesi, Spagnoli etc. Purtroppo bisogna riconoscere, con molta onestà, che non siamo stati tanto bravi in questo. Chissà che la crisi finanziaria, economica ed occupazionale che si sta sempre più manifestando non diventi uno stimolo per riservare attenzione ai valori che la meritano e trarne beneficio, anche economico, da essi.