Si è conclusa domenica scorsa, a Barile, “Tumact me tulez“. Gli stand della sagra che, da anni, si propone di presentare il paniere dei prodotti locali del Vulture e non solo, sono stati aperti nel pomeriggio di sabato 17 settembre. A fare la parte del leone il vino aglianico e il piatto arbëreshë che dà il titolo alla manifestazione: tipiche tagliatelle con mollica di pane fritta, arricchite con noci e alici. L’evento, un bel connubio di arte e gastronomia, si è svolto nella cornice dell’ex convento carmelitano in seguito intitolato a “Padre Minozzi“, ed è stato patrocinato dalla Pro Loco e dal Comune di Barile, in collaborazione con altre associazioni e sponsor.
Le degustazioni hanno impegnato decine di aziende provenienti da varie zone della Basilicata coi prodotti più disparati: minestre e antipasti tipici, specialità come il canestrato di Moliterno e la strazzata aviglianese. Il tutto contornato da mostre d’arte, come quella dedicata al brigantaggio, e da fotografie che restituiscono il quadro di una Basilicata antica e ancora rurale. Raffinatissimo l’accompagnamento musicale del quartetto “Welcome to the Biango“, che ha alternato brani jazz e ritmi gitani.
Oltre a essere un richiamo per visitatori anche dalle zone limitrofe, la sagra rappresenta anche l’opportunità per affrontare le questioni imprescindibili del turismo enogastronomico di qualità. Particolare attenzione è stata riservata allo stato dell’agricoltura locale: non a caso, nel pomeriggio di domenica scorsa, si è svolto il seminario dell’Alsia “Il Piano di Sviluppo Rurale e le prospettive di sviluppo dell’agroalimentare nel Vulture”.
La sagra, che si è conclusa nella serata di domenica 18, rientra nel cartellone autunnale della Vultur Eventi, che comprende anche, a fine mese, il festival enogastronomico “Aglianica” a Venosa, e la 52esima edizione della Sagra della Varola, che si svolgerà a Melfi il 22 e 23 ottobre.