La campagna di raccolta del pomodoro da industria 2011 prosegue senza tensioni. Ad oggi, oltre il 70% del prodotto nei campi lucani, è stato raccolto e ritirato dalle industrie di trasformazione. Rispettati fin’ora gli impegni presi con gli agricoltori. Il prezzo pagato al chilogrammo è di 10 centesimi per il pomodoro lungo e di 9 centesimi per quello tondo. La zona interessata è quella della Piana Dell’Ofanto con circa 1500 ettari di colture e una resa media di 800-900 quintali ad ettaro. Rispetto al 2010 si registra un calo di circa il 15% sia sull’estensione, dovuto alle perdite della scorsa campagna, sia sulla resa delle coltivazioni di pomodoro. In compenso, però, gli imprenditori agricoli vedono riconosciuto il giusto guadagno per il lavoro profuso. A differenza dello stesso periodo del 2010, infatti, quest’anno la campagna di raccolta del pomodoro va avanti senza particolari problemi. Se nel 2010, nonostante il prezzo bassissimo (in media 5 centesimi a chilogrammo, insufficiente a coprire le spese di produzione), parte del prodotto è rimasta nei campi, quest’anno, il pericolo è scongiurato. Merito anche del disaccoppiamento totale che ha permesso una gestione oculata delle colture. Dal 2011, infatti, come ha fortemente voluto Coldiretti, l’aiuto comunitario corrisposto ai produttori storici di pomodoro da industria, non è più vincolato all’effettiva coltivazione dell’ortaggio ed indirizzato esclusivamente ai produttori.
“Siamo soddisfatti- ha affermato Piergiorgio Quarto, Presidente Coldirettti Basilicata– di come sta procedendo la campagna di raccolta del pomodoro 2011. La riduzione di superficie coltivata a pomodoro da industria e la partenza dell’aiuto comunitario disaccoppiato, hanno permesso agli imprenditori agricoli di acquistare potere contrattuale in fase di definizione dei prezzi. Basti pensare che il più grande consorzio di produttori del Sud Italia, Apofoggia, ha commercializzato nel 2009 e nel 2010 circa 3,2 milioni quintali di pomodoro da industria incassando 6 milioni di euro in meno nel 2010. Nel 2011, la quantità di prodotto commercializzato dal consorzio sarà di circa 2,8 milioni di quintali con un guadagno stimato di circa 8 milioni di euro in più rispetto all’anno scorso. La mancanza di vincoli di coltivazione dovuta al disaccoppiamento, ha permesso una gestione oculata delle colture, scongiurando un surplus di prodotto e il mancato ritiro. Ora, però, non bisogna abbassare la guardia e continuare su questa strada affinché non siano vani gli sforzi fatti. Le istituzioni preposte devono continuare a mantenere alto il livello di controllo e vigilanza per evitare il diffondersi dell’agropirateria e del Falso Made in Italy. Proprio l’importazione incontrollata del triplo concentrato di pomodoro proveniente dalla Cina, ha provocato nel 2010 una crisi drammatica del settore a danno di agricoltori e consumatori.”