Si è svolta ieri, a Nemoli, la festa dei Popolari Uniti. Di seguito, riportiamo una sintesi della relazione di Luigi Scaglione, capogruppo alla regione dei Popolari Uniti.
Bisogna tornare allo spirito unitario del centrosinistra di Basilicata per innovare, rinnovare, riformare. Lo spirito di una coalizione chiamata a governare questa Regione non ha bisogno di essere modificato o ridefinito in ogni occasione.
E’ quello che ci ha fatto considerare dai cittadini, credibili e capaci di governare i fenomeni emergenti, di superare le difficoltà, di affrontare le crisi con una buona dose di volontà tenace e con il corretto utilizzo delle risorse.
I partiti hanno avuto ed hanno, sostengo io che sono un fondatore-sottoscrittore di questo nostro movimento politico, una funzione pedagogica in quanto tale, quando sono plurali, altrimenti rischiano di dare ragione a chi immagina i “moloc uninominali” dallo stile di partito-potere che a livello nazionale ha prodotto e produce danni incalcolabili e che rischia di continuare a perpetrarsi nelle dinamiche locali grazie anche ad una legge elettorale che va ben oltre la definizione famosa di Calderoli. Ecco perché ritengo che noi non abbiamo bisogno di nuove sigle, ma abbiamo bisogno di costruire o delineare è meglio, un posizionamento che abbia davanti a se l’obiettivo di affrontare l’emergenza Italia e l’emergenza Basilicata, partendo dai bisogni della gente più che da quelli del personale politico. Per questo abbiamo raccolto le firme contro l’attuale legge elettorale e quindi contro questo schema verticistico.
La ripresa dell’attività politica regionale deve partire da qui, da questo senso di condivisione delle scelte, delle decisioni, dei progetti che in questo anno di attività del massimo ente territoriale è venuto meno.
Su questo i Popolari uniti sono pronti a fare la propria parte e lo hanno notificato al presidente De Filippo ed al segretario regionale del Pd, Roberto Speranza, guardando ad un disegno strategico di lungo periodo, dove si identifichi la voglia di “INNOVARE, RINNOVARE, RIFORMARE” questa regione che penso debba caratterizzare le azioni e gli interventi nei prossimi mesi. Ed e’ per questo che ho detto no ai ticket in ogni forma ritenendolo un palliativo alla sanatoria di un buco a danno dei cittadini.
L’attualità di uno Statuto da riscrivere, va ben oltre la scelta di un sistema elettorale o di una riduzione numerica dei consiglieri regionali che una pubblicistica strumentale e disinformata volutamente erge a confine tra politica ed antipolitica per coprire il buco di idee sul sistema regione.
E l’attualita’ ci dice che qualcuno, nelle scorse settimane, ha evocato in tutto questo il ritorno al passato recente con il richiamo di autorevoli esponenti della politica lucana come taumaturgi dei mali attuali.
Se la loro lezione non ha lasciato segno, come in maniera interessata qualcun’altro ha poi evocato, forse una responsabilità dei maestri deve pur esserci se i loro alunni non ne hanno tratto profitto.
Non possono esserci quindi principi e strumenti buoni per tutte le stagioni
L’agenda politico istituzionale regionale ci rimanda però direttamente a tre grandi questioni:
Questione risorsa Idrica e risorsa petrolio: qualche dubbio ci resta sugli effetti del memorandum e sull’accordo quadro;
Questione Fenice: troppa confusione e scaricabarile, senza tenere conto del rischio salute dei cittadini e del contesto industriale in cui la questione e’ nata.
Questione sviluppo territoriale.
Tre questioni che non hanno bisogno di essere affrontate con lo spirito di rivalsa o di contrapposizione ideologica, ma di essere affrontate con il massimo della delicatezza che esse impongono.
In ultimo, all’amico Bonelli nostro ospite vorrei dire, per le poche cose che ci è dato di sapere o di leggere grazie solo alla rete, che la nascente Costituente Ecologista nel suo documento sostiene tra l’altro che “vuole dare il contributo alla nascita di una moderna e ampia aggregazione ecologista, civica e democratica per rispondere positivamente alla domanda di cambiamento e di partecipazione che viene dal nostro Paese e al grido di aiuto che sale dal nostro Pianeta, con voci innumerevoli, di ogni specie vivente”.
Principi su cui un cattolico che aspira ad un vero mondo pacificato dove gli estremismi non hanno titolarità non può non trovarsi d’accordo indipendentemente dall’appartenenza schematica o generalista pur ritenendo più interessante la frase “civica e democratica” che, quella di una specifica caratterizzazione ideologica che può riportarci indietro ad una stagione di scontri muro contro muro.
La base cioè della nostra scelta e se mi consentite, dei nostri successi.