“Bentornata Elisa“. E’stato il saluto di don Marcello Cozzi, il sacerdote di Libera Basilicata, che ha aperto le esequie, in una piazza Don Bosco gremita, di Elisa Claps, la studentessa potentina i cui resti furono ritrovati il 17 marzo 2010 nel sottotetto della Chiesa della Trinità a Potenza. Nel giorno della Madonna delle Grazie la comunità potentina si è stretta attorno alla signora Filomena Iemma, i fratelli Gildo e Luciano, il papà Antonio, assente nel suo rispettabile dolore, per accogliere quella figlia, quella sorella “scomparsa” una maledetta domenica di settembre di quasi diciotto anni fa e che invece è ritornata in una bara bianca. Lenzuola candide ai balconi, bandiere listate a lutto, saracinesche dei negozi abbassati, volontari di svariate associazioni, su tutte “Libera”, scout e Croce Rossa hanno creato un cordone invalicabile per assicurare che non vi fosse nessun intoppo. Dopo l’omaggio alla camera ardente allestita presso quella che era la “scuola di Elisa”, il liceo “Quinto Orazio Flacco” circa 5000 persone sotto un sole battente hanno atteso l’arrivo del feretro. Il corteo funebre in auto, riservato ai soli familiari, ha sostato in via Mazzini presso la casa di Elisa, dove agli applausi si sono mischiati lanci di petali bianchi. Poi l’arrivo in piazza Don Bosco tra due ali di folla e ancora applausi, lacrime e tanta commozione. La bara adagiata sopra un catafalco sembra guardare verso la piazza: da un lato riceve l’affetto dei suoi cari, dall’altro il cordoglio delle istituzioni e delle autorità. Assente invece il Vescovo Agostino Superbo “rappresentato” da don Marcello che ha officiato la cerimonia funebre con altri undici sacerdoti, tra i quali don Luigi Ciotti, referente nazionale Libera e tre diaconi. Sul sagrato è stato allestito un altare semplice con un Crocifisso di legno mentre alla sinistra dei celebranti il coro della Cattedrale – quello in cui Elisa cantava, prima che la sua vita fosse recisa per sempre – intonava i canti sacri. Lei però, che adesso avrebbe avuto 34 anni, sorrideva a tutti, come sempre, dall’alto di quella gigantografia, purtroppo famosa, nella freschezza dei suoi eterni 16 anni, nel suo maglioncino bianco. Sorrideva a tutti Elisa, come a dire: “Sono qui tra voi, sono ritornata”. Dopo il saluto del sindaco Vito Santarsiero è toccato ad Annamaria Capece, – “cugina, ma prima di tutto, amica e compagna di scuola”, – come ha voluto definirsi, leggere una lettera toccante; una sorta di dialogo con l’amica dell’età spensierata. Ma soprattutto un invito a “chi ha il coraggio di fare mea culpa, oggi è il giorno adatto. Per chi ha avuto paura di esporsi, le loro mani devono chiedere perdono e confessare tutto il male di cui si sono macchiate”. Scroscianti gli applausi. “La Chiesa fatta di pietre vive, quella che ha per tetto solo il cielo oggi ti accoglie” ha affermato don Cozzi per poi chiedere al Signore “perché una mano omicida ha impedito ad Elisa di sognare nella stagione degli amori?” E ancora: “come è stato possibile che ciò avvenisse in una chiesa, la tua Chiesa?”. Elisa “è un fiore reciso che qualcuno ha lasciato marcire in un angolo” e la verità “è stata oggetto di baratto” – ha continuato il sacerdote – invitando “Caino, fratello nostro, a togliere il macigno davanti quel sepolcro.” Tantissimi applausi hanno interrotto il sacerdote durante l’omelia tuttavia il momento più toccante è stato l’incontro tra la signora Iemma e sua figlia. Una piccola roccia, tenace, dignitosa nella sua compostezza, mamma Filomena, che si è lasciata scivolare nel suo momento di commozione e dolore quando don Marcello l’ha presa e l’ha accompagnata davanti al feretro per farle benedire con l’aspersorio dell’acqua benedetta la salma della sua piccola Elisa. E’ stato tutto un fremito e un rincorrersi di emozioni interrotto dal sacerdote che prendendo due fiori dal feretro glieli ha donati con un dolce invito: “uno è per papà Antonio e l’altro per Sara e Federica” (le nipotine di Elisa). Poi a Gildo e Luciano: “quando tornate a casa dite a papà Antonio che questo è il coro dove Elisa cantava”. Al termine della cerimonia funebre Elisa ha ricevuto l’ultimo saluto della sua città, applausi su applausi, ininterrotti. Gli stessi riservati a Federica Sciarelli di “Chi l’ha visto?” tributata dai tanti “non mollare, la città di Potenza ti saluta”. Poi il corteo funebre ha raggiunto il cimitero cittadino per la cerimonia di tumulazione in forma strettamente riservata. Elisa riposerà accanto alla Chiesa del Risorto nel cimitero cittadino e mamma Filomena potrà ora donarle quel fiore che le hanno “impedito” di portare per quasi diciotto maledetti anni. “Bentornata Elisa”.