26 luglio 1986-2011: sono passati 25 anni dal terribile smottamento che, nel comune di Senise (Pz), provocò il crollo di 12 palazzine e, su tutto, la morte di 8 persone, tra cui 4 bambini. 25 anni dalla frana di collina Timpone, che nelle ore concitate di quell’estate del 1986, diventò il simbolo della “Italia che crolla, dello sfasciume idrogeologico e della necessità di consolidare i territori e di preservarli”. A 25 anni dalla tragedia, il Comune di Senise, l’Ordine dei Geologi di Basilicata, in collaborazione con la testata giornalistica online Lasiritide.it, hanno promosso una due giorni di riflessioni, dibattiti e commemorazioni.
Lunedì 25 luglio, a partire dalle 15.00, presso la sala consiliare del Comune, si svolgerà il convegno “La frana di Senise 25 anni dopo”: davanti ad una platea che si preannuncia numerosa, fatta di studenti e cittadini, il mondo istituzionale locale e regionale e diversi, tra storici studiosi e giovani rappresentanti delle nuove frontiere della ricerca in materia di monitoraggio e prevenzione, discuteranno insieme partendo proprio dagli interventi realizzati nell’ambito della famosa legge 120/87 sul dissesto idrogeologico, dal 1986 denominata “legge Senise”. Un convegno di respiro nazionale, patrocinato dal Comune di Senise, dal Consiglio Nazionale dei Geologi e dall’Ordine di Basilicata, dall’Agenzia Spaziale Italiana, dall’AdB Basilicata e dall’Anci. Quali erano le condizioni geomorfologiche della collina Timpone? A cosa ha portato la legge Senise? Quali sono i sistemi di monitoraggio più avanzati? Sono solo alcune delle domande che saranno materia di approfondimento e di dibattito.
“Dopo 25 anni dalla frana Timpone di Senise e nonostante gli importanti interventi di consolidamento eseguiti- spiega il presidente dell’Ordine dei Geologi di Basilicata, Raffaele Nardone– oggi registriamo che sull’abitato di Senise grava un’incertezza dal punto di vista del rischio idrogeologico inaccettabile. La conseguenza di questa incertezza si ripercuote sullo sviluppo socio-economico ed urbanistico senza sottacere le difficoltà che amministratori e tecnici incontrano quotidianamente nel pianificare, gestire ed operare sul territorio comunale. E’ necessario portare all’attenzione di tutti coloro i quali hanno responsabilità di governo queste difficoltà e provare a mettere a sistema da un lato lo sviluppo socio-economico che non può prescindere dallo sviluppo urbanistico e dall’altro la sicurezza dei cittadini che oggi con il ricordo del drammatico evento del 26 luglio del 1986 sono allarmati. Utilizziamo di più i liberi professionisti che operano giornalmente sul territorio e ridiamo il giusto ruolo e personale agli uffici tecnici regionali che dovranno pianificare, controllare progetti e l’attuazione della programmazione e manutenzione del territorio”. Dello stesso avviso è il sindaco, Giuseppe Castronuovo, per il quale: “è importante ricordare e far leva sul bagaglio di emotività che caratterizza la vicenda frana di Senise; altrettanto importante è riflettere e confrontarci con i maggiori esperti del settore per tracciare le linee, dopo 25 anni, di un rendiconto sullo stato idrogeologico del nostro paese. A che punto siamo dopo 25 anni? Qual è lo stato di salute dell’abitato di Senise? Per questo il convegno del 25 luglio rappresenta una grande opportunità, completata dall’opera di teatro civile il 26 luglio “.
Il 26 luglio, dopo la celebrazione della Santa Messa, la tragedia del Timpone sarà raccontata, a partire dalle 21.30 in Largo Donnaperna, con una commemorazione di Teatro Civile. “Il paese sulla sabbia” nasce da un’idea de Lasiritide.it, concretizzata grazie alla regia e alla sceneggiatura di Leonardo Chiorazzi e della SAMS (Società Artistica di Mutuo Soccorso) di Senise, con il patrocinio del Comune e la collaborazione di tanti che, in diversi ambiti, hanno voluto dare un prezioso contributo all’evento. Professionisti del teatro e della musica, ma anche rappresentanti della società civile, di ogni età: molti hanno voluto offrire il loro contributo per raccontare l’evento. Partendo dalla cronaca stretta e dalla rassegna stampa dell’epoca, il “Paese sulla sabbia” è un omaggio al dovere di ricordare quanto accaduto all’alba di quel terribile giorno. Affinché possano essere ricordate e onorate sempre le vittime di quella tragedia. “Una forma di Teatro Civile che, rivisitando la Memoria per conservarla, celebra il Dolore e la Speranza di un popolo, non può che partire dalla profondità di quella terra che ha inferto la ferita- spiega il regista- Di conseguenza, sia l’impianto drammaturgico, sia lo stile di regia della messa in scena sono stati impostati su due pilastri fondamentali: da una parte la coralità, dall’altra la coscienza civica. Coralità nell’espressione comunicativa, sulla scia ereditaria delle ataviche forme comunitarie di cantare il Dolore nel Teatro della Magna Grecia. Coscienza civica, invece, nell’elaborazione consapevole di quello stesso dolore che si sta cantando e condividendo, per farne materia di denuncia motivata, di ricerca della verità e di riflessione propositiva”. Sempre in Largo Donnaperna sarà allestita una mostra fotografica dedicata all’evento franoso a cura di Enza De Stefano e dell’associazione Assa.