Scanzano è un crocevia di civiltà per il popolo lucano. Sulle sponde joniche di quel lido è partita la riscossa della gente di Basilicata contro il pericolo radioattivo. La mobilitazione che l’intera regione seppe mettere in campo, otto anni fa, fece registrare numeri imponenti (ben centomila persone) tali da frenare il proposito di utilizzare il suolo lucano come pattumiera e deposito di scorie. Gli anni passano e il centro della costa materana è sempre alla ribalta della cronaca. Questa volta, a far parlare di Scanzano Jonico, è stata una fiaccolata simbolica, contro le reiterate intimidazioni degli ultimi mesi, culminate con atti incendiari e violenti a danno di imprenditori e commercianti del posto. La singolare protesta, organizzata dai parroci del centro metapontino, ha visto campeggiare lo slogan: “Non ci stiamo… ma ci siamo”. Oltre mille persone, un mare silenzioso di gente ha sfilato per le strade della cittadina jonica con una fiaccola in mano e con tanta passione nel cuore. Cambiano le proporzioni, ma il senso è sempre lo stesso. Una serie di episodi violenti hanno determinato la scelta di scendere in strada, per manifestare contro il proliferare di veri e propri atti intimidatori a danno di imprenditori e commercianti del posto. La solidarietà, ancora una volta, non si è fatta attendere. E, così, con la gente jonica, sono scesi a dimostrare anche i lucani che seppero sostenere quella battaglia civile, al fianco della popolazione locale, in quel lontano, ma sempre attuale, 23 novembre del 2003. Oggi, le adesioni a questa nuova battaglia sono piovute anche dalla rete, specie attraverso i social network, tra i quali facebook. Insomma, c’è chi dice no e, ancora una volta, con Scanzano si è schierato l’intero territorio di Basilicata ad esprimere un chiaro e fermo diniego all’imperversare della criminalità organizzata.