Il calcio si sta sgonfiando di nuovo. Lo scandalo delle scommesse che aveva già macchiato ciclicamente l’immagine dell’intero movimento calcistico italiano, è tornato a far sentire i suoi effetti devastanti. Dai tempi di Paolo Rossi, negli anni ottanta ai giorni nostri, la procura federale e la magistratura hanno avuto un gran da fare per smascherare personaggi e misfatti che hanno, ripetutamente, preso il calcio ad ostaggio. Sul piano della cronaca questo fatto ha riportato, immediatamente, alla memoria le vicende che hanno coinvolto il presidente dell’Sc Postiglione, appena un anno fa. Da quel momento, in poi, il pallone (quello griffato) ha smesso di rotolare sul prato del Viviani. Un calcio alla storia ed uno ai sacrifici affrontati per salire di categoria. L’effetto impresso alla sfera è stato incontrollabile, al punto da determinarne, praticamente, la fine del club. Dalla Prima Divisione alla radiazione, poi, alla riammissione e, infine, all’impossibilità d’iscriversi in Seconda Divisione e in serie D, vi è descritta la solitudine di un club che, tra mille difficoltà, era riuscito ad alzare la testa. Non è bastata un’estate per riportare in vita, rianimandolo, il vecchio Potenza e nemmeno per veder dare la luce ad un altro sodalizio. Tutti i tentativi hanno avuto poca concretezza, al punto che ancora oggi, al termine di una stagione calcistica anonima e tormentata per i colori rossoblù, si registra un pauroso immobilismo. La città di Potenza, malgrado la contemporanea affermazione di altre squadre cittadine, nelle categorie inferiori, ha perduto il suo riferimento nel calcio che conta. Ed ora guarda a questo nuovo scandalo con l’animo di chi ha una ferita ancora aperta. Lo sgomento, poi, lascia il posto alla considerazione che, ormai, non c’è più nulla di ineluttabile. E non è ancora finita, poichè l’allargamento dell’inchiesta in corso sta dimostrando, infatti, che vi sono altre cinque partite di serie A, rispetto alle 18 già oggetto d’indagine. Non si sa, dunque, a cosa condurrà questa inchiesta. L’esigenza di fare “pulizia” si coniuga con l’esigenza della giustizia sportiva, i cui tempi sono brevi, di dare certezza all’intero movimento calcistico e consentire, quindi, entro i tempi stabiliti, la partenza della prossima stagione. Tra luglio ed agosto questo ennesimo incubo, che ha investito il calcio nazionale, sarà tutto finito. Peccato, anche perchè tra retrocessioni d’ufficio, penalizzazioni e prossima riforma dei campionati, alla squadra simbolo del capoluogo, sarebbe stato sufficiente essere presente per riguadagnare posizioni. Sul fronte potentino, in via Pretoria, tra uno struscio di suola e l’altro, si registrano soltanto i timori e le smentite. In una città placidamente apatica, tornano solo a vedersi i fantasmi che, poco più di un anno fa, hanno decretato, per il Potenza, la perdita di un posto al sole tra i professionisti del calcio.