Enrico Mazzeo, neo vicepresidente del Consiglio regionale di Basilicata, interviene sui fatti dell’ultima seduta del consiglio regionale.
“E’ ora di dire basta -ha esordito Mazzeo- al ‘teatrino’ mediatico che in questi giorni ha invaso le pagine dei giornali locali e delle testate telematiche. Quel che è accaduto nell’ultimo Consiglio Regionale non fa bene alla politica, poiché si è consumata una pagina non certo edificante di rapporti tra i partiti e nei partititi.
A garanzia del buon nome delle Istituzioni e per assicurare una maggiore funzionalità delle stesse bisognerebbe rispettare le norme, anche quelle non scritte, alle quali attenersi per una gestione. Regole, peraltro, ispirate al rispetto degli accordi raggiunti e comunque alla trasparenza dei comportamenti. Quella dei ‘franchi tiratori’ sembrava una storia passata, della politica di altri tempi. Una volta stigmatizzata la situazione sarebbe auspicabile un cambio di atteggiamento da parte di tutti noi, compreso chi ispira l’informazione.
Bisognerebbe, invece, dare priorità e rilevanza, innanzitutto, ai notevoli problemi che attanagliano la nostra Regione.
Penso alla vertenza dei dipendenti Cutolo, i cui sessanta dipendenti non percepiscono i loro stipendi da diversi mesi, senza che si intraveda, peraltro, un futuro roseo, ricordando, allo stesso tempo, le tante situazioni analoghe con precarietà lavorativa.
Penso al petrolio ed alle scorie prodotte e alla possibilità che il territorio della Basilicata, da qui a qualche mese, possa diventare un’autentica ‘gruviera’, con trivellazioni selvagge, dovendo sopperire alla insufficienza di altre fonti energetiche.
Penso al saccheggio ambientale e paesaggistico che da anni interessa il territorio con scelte sconsiderate e poco lungimiranti, senza tralasciare che alcuni dati relativi all’inquinamento sono già allarmanti.
Penso ai dati impietosi dell’analisi della Banca d’Italia che colloca la regione ad un punto critico di sviluppo ed occupazione, con in atto, ancora, un andamento recessivo e non tranquillizzano le dichiarazioni troppo ottimistiche, di senso opposto.
Penso al servizio sanitario, di cui ognuno di noi si serve e nel quale ci sarebbero bisogno di maggiore affidabilità e buona funzionalità, mentre di contro, si rilevano diverse situazioni di criticità, a partire dai maldestri tentativi di ridimensionamento dell’Ospedale San Carlo, l’azienda pubblica più grande della Basilicata.
Penso al drammatico problema dei giovani e delle loro famiglie, schiacciate tra disoccupazione ed emigrazione forzata.
In sintesi: occupiamoci dei tanti problemi concreti dei cittadini, tralasciando metodiche che discreditano le istituzioni e gli stessi partiti.
Come classe dirigente, assumendomi la mia parte di responsabilità, credo dobbiamo impegnarci in maniera concreta e continuativa per la risoluzione dei tanti problemi, in una regione in grave difficoltà economica e sociale.
Le aspirazioni personali, i rapporti interpersonali, tra i gruppi e tra i partiti, sono aspetti fisiologici della dialettica democratica, solo se non ostacolano la buona e decorosa funzionalità delle Istituzioni.
Fare lo ‘scarica barile’ ed animare ‘cacce’ al probabile ‘franco tiratore’ di turno, non ci mette al riparo dalle critiche di un’opinione pubblica sempre più distante dalla politica politicante.
Il rinnovamento auspicato da più parti, si realizza con il contributo di tutti noi, maggioranza ed opposizione, partendo dalla visione autocritica dei comportamenti, a partire da ciascuno di noi”.