Contro. una situazione politico e culturale ritenuta asfittica, molte donne, mature, anziane giovani, di varia provenienza sociale e culturale, hanno voluto esprimere il loro dissanso. E’ successo anche in Basilicata. Un incontro con Cristina Comencini al Teatro Stabile per la visione del dialogo Libere, con Lunetta Savino e Isabella Ragonese, la manifestazione del 13 febbraio a Potenza , in piazza Sedile, la presentazione della Libera Università delle Donne hanno scandito, nel solo mese di febbraio, la loro richiesta di rimetter in moto la politica.
In questi ultimi mesi sono ritornati nelle piazze movimenti, sindacati, operai, lavoratori che dichiarano, in sostanza , di essere scontenti di una situazione che si connota di attendismo, costringendo sigle e partiti politici a mostrare attenzione. E’ interessante verificare e valutare che, proprio in occasione della organizzazione delle manifestazioni femminili, lo spontaneismo dei singoli e dei movimenti ha coinvolto successivamente anche i partiti e non viceversa.
I partiti
I partiti, infatti, al momento, nell’aria di elezioni, continuano a misurarsi con le logiche usuali e si esercitano nei piccoli tatticismi. Nello stesso tempo, però, la richiesta di politica esiste e prende consistenza.
Anche il partito maggiore della sinistra, in Basilicata al governo, si accorge di dover fare i conti con la necessità di cercare nuove vie. E’quanto afferma il segretario regionale, accettando un colloquio sui temi del momento, e su questa scommessa, nell’incontro al Giubileo, ha impegnato il PD. Si può riassumere che la via da seguire sia in una rinnovata relazione regione/ politica nella prospettiva di creare il consenso non più sull’utilizzo della spesa pubblica, anche perché incombe la prospettiva del federalismo fiscale.
Alla luce di questi ragionamenti si comprende la questione, nata in seno al PD e tra consiglio regionale e consiglio provinciale, a proposito del ridimensionamento scolastico. Il nodo è, al di là del più o meno pesante condizionamento determinato dalle pulsioni territoriali e da spinte e interessi localistici, quello di abbandonare le logiche che legano la politica alla costruzione del consenso immediato in vista di una nuova stagione che veda progetti a lungo periodo (il trentenne Roberto Speranza , neo papà, rivendica questa esigenza), valorizzando l’apporto dei giovani e delle generazioni mature, tenendo insieme idee e persone, investendo in collaborazione.
La sobrietà è da condividere in pieno- è l’auspicio del giovane segretario- con la società che deve imparare a chiedere più qualità e meno assistenza, superando la dinamica dell’assistenzialismo affinchè la Basilicata sia determinante di fronte alla crisi che mette il nord contro il sud del mondo, economie ricche contro economie povere. Nella situzione di crisi del Mediterraneo, nella contrazione del sostegno economico sia da parte dell’Europa che dalla parte dello Stato è necessario insetire sulla qualità come criterio della spesa pubblica. Molti i temi che dovranno essere all’attenzione del parlamentino lucano e dei rappresentanti politici:lo statuto regionale, la governance dell’agricoltura e la soluzione delle sovrapposizioni fra gli enti del settore. Impegno analogo nel settore della sanità dovrà dare risposte in termini di competitività e della compatibilità economica e finanziaria giocando su formazione e sviluppo e su un dibattito aperto con gli alleati per arrivare a sintesi.
Al di là degli auspici del segretario del PD tuttora sono in piedi sul territorio lucano, i problemi del lavoro. Da SATA a tutto il comparto industriale l’obiettivo dichiarato è di difendere quello che c’è perché si tratta di un comparto decisivo, ricorrendo a tutti gli strumenti possibili, come il fondo di garanzia, per dare ossigeno. La partita SATA è particolarmente difficile perché non si gioca in Basilicata. Marchionne pone un problema serio che, se sarà assunto come una sfida propositiva non come conflitto con il mondo sindacale, comunque in un clima di condivisione, la Basilicata può giocare. Dovrebbe dare un grosso contributo per migliorare il clima e recuperare anche i guasti determinati dal referendum che si è riconfermato come lo strumento peggiore perché ha diviso in tifosi del sì o del no.
Il terzo Polo
Anche in Basilicata marcia con convinzione il terzo polo. Se assumiamo i criteri di lettura del PD il terzo polo è un fenomeno da considerare positivamente. Un pezzo della maggioranza si stacca perché i finiani si sono resi conto e capiscono che non è possibile fare nessuna riforma con l’attuale governo. E’ vero che , nel frattempo, altre cose avvengono. Dovrebbe vedere la luce, come ha informato Helga Tahler, al Senato il nuovo gruppo “Per l’autonomia”, che intende ritagliarsi uno spazio autonomo –dicono- rispetto alla maggioranza ed al terzo polo, FLI perde altri elementi.
Le trasmigrazioni continuano nello scenario politico alimentate e determinate dal sistema che si nutre dell’abbattimento dei partiti del ‘900, della valorizzazione dell’antipolitica, della valorizzazione del successo individuale tutto inteso in termini di denaro e di qualche berretto da caporale. Più di FLI, il terzo polo, soprattutto, può determinare uno scompaginamento sottraendo consenso in parte al PdL in parte all’area del centro sinistra, soprattutto fra quanti, pur non disposti ad orientarsi verso il centro destra, sono comunque in sofferenza dentro il PD e fra gli alleati scontenti dell’atteggiamento del più grande partito per le scelte imposte in modo egemonico.
II fatto che in Basilicata ci sono rappresentanti dei partiti del terzo polo già nella giunta in qualità di assessori , può certo essere un motivo di rafforzamento del la prospettiva del centro sinistra nazionale e lucano. Resta da vedere se sia possibile un patto in termini di aggregazione secondo la linea Bersani /D’Alema. Sarebbe possibile un nuovo sistema? Solo a patto di una nuova legge elettorale che favorisca il superamento della stagione del bipartitismo e valorizzi le varie espressioni politiche dentro la presenza di più partiti. La soluzione all’attuale impoverimento della politica italiana può, però, necessariamente, ripartire dal recupero della parola, dei partiti minori. I tempi stringono perché, prima ancora delle elezioni politiche la cui possibilità è continuamente ora minacciata ora evocata, ci sono le elezioni amministrative.
I partiti alleati dell’area di centro sinistra che tradizionalmente hanno dato un grosso contributo mostrano segnali di nervosismo, cercano nuove alleanze, chiedono un riscontro più efficace di quanto le ultime esperienze nei comuni e nell’esecutivo regionale abbiano concesso. In Basilicata molti centri, alcuni anche importanti, come Rionero, Melfi, Lauria, Pisticci, Ferrandina, Montescaglioso, Tramutola. Le elezioni verificheranno il clima fra i partiti delle due coalizioni, la portata del livello di interesse, di relazione tra i partiti e i singoli, in un contesto che ha visto molte novità che, esplose a livello nazionale, sono ricadute anche sul territorio regionale. Quale sarà il peso della autonomia di Navazio (espressa nei confronti di Magdi Allam, riavvicinatosi al PdL), su cui gioca molto il contrasto con Pagliuca? quale sarà il peso dei partiti che, a livello nazionale, hanno dato vita al terzo polo ed ora dovranno fare una verifica del rapporto privilegiato, di stambella, instaurato con il governatore in Basilicata a danno degli alleati consueti e tradizionalmente vicini al centro sinistra. Per il terzo polo potrebbe essere l’ora della conta, l’ora dei tatticismi per saggiare la possibilità e l’opportunità di presentare liste comuni. Niente di ufficiale. Anzi la preoccupazione di bruciare o bruciarsi rende gli interlocutori attenti a non lasciarsi andare a dichiarazioni che potrebbero risultare imprudenti. Nasce, nel frattempo, ADC, con il compito di riportare gli indecisi e i delusi nell’area del centro destra e del PdL.
La prudenza è d’obbligo anche perché il taglio del 20% dei consiglieri e del 25% previsto dalla legge nazionale , nonché degli assessori, l’abolizione delle comunità montane avranno i loro effetti sulla composizione delle liste per le elezioni di maggio. Difficile la situazione che si viene a creare nei partiti rispetto alle necessità di accontentare le correnti e i singoli che le animano, e quindi i partiti della coalizione che non intendono accontentarsi.