POTENZA- Teatro dell’ultimo atto della Coppa Italia Regionale, è stato lo stadio potentino “A. Viviani”. A contendersi l’ambito trofeo, davanti ad una cornice di pubblico eccezionale, c’erano la compagine campana del Comprensorio Tanagro e l’Angelo Cristofaro di Oppido Lucano. Al termine di una gara, praticamente senza storia, sono stati i bianco verdi altobradanici ad alzare al cielo il trofeo. La Coppa, vinta un anno fa dalla Fortis Murgia, società formalmente lucana, ma di fatto pugliese, torna, così, in Basilicata. Ad Oppido fa ritorno, invece, dopo ben 15 anni. L’Angelo Cristofaro resta l’unica società di Promozione ad aver vinto il trofeo della coccarda. Infatti, la società altobradanica, nella stagione 19965/96, militava tra i cadetti. Inutile descrivere la gioia ad Oppido, dove i propri tifosi, dopo aver sostenuto a gran voce la propria squadra al Viviani, hanno atteso in paese i propri beniamini, per festeggiarli. Il successo netto conseguito sui “campani” (anche i tanagrini, però, legalmente sono lucani) porta la firma di un collettivo collaudato che si sta ben comportando anche in campionato. Difatti, nel torneo di Eccellenza, la squadra di mister Donato Manniello è prima in classifica proprio davanti al Tanagro. Ad Oppido c’è tanto entusiasmo ed a crearlo è stato quel collettivo che può vantare, nel proprio organico, giocatori di un certo spessore. Dai gemelli Leone a Mariano Vaccaro, da Santagata a Volturno, dai vari Manniello a Maglione e Fusco, dai Provenzale ai Giganti, a tutti gli altri, ma soprattutto alla splendida coppia del gol, e non solo, formata da Anselmo Grieco e Francesco Campisano, veri protagonisti non solo della finale che ha riportato la Coppa Italia ad Oppido, ma soprattutto, e ci teniamo a sottolinearlo, in Basilicata. “Giocare con giocatori bravi è sempre facile –ci ha detto il Francesco Campisano, bomber del campionato e anche capocannoniere della Coppa Italia (ha realizzato 10 reti)- e, oltre ad Anselmo, che già conoscevo per averci giocato insieme in passato, è il gruppo a fare la vera differenza. Io, poi, ci metto del mio, impegnandomi sempre al massimo, ma devo ringraziare soprattutto i miei compagni”. Campisano, classe 1985, ha vinto la Coppa già una volta (2003/04), a Matera con l’Abriola contro l’Irsinese, anche all’ora, appena diciottenne, realizzò una doppietta. Ad Oppido c’era grande attesa e fermento per questa finale, che, di conseguenza, ha un po’ condizionato i giocatori. “Per me l’attesa è stata stressante -conferma il bomber- ma, poi, quando scendi in campo non pensi ad altro, pensi solo a giocare. E’ stato bello vincere questo trofeo, ma è stato ancor più bello quando siamo tornati ad Oppido a festeggiare. La gente ci ha aspettato ed abbiamo festeggiato insieme”. Campisano, che non ha idoli ma gli piace molto Battistuta, è stato lanciato da Pinuccio Camelia, che lo stima ancora tantissimo e lo vorrebbe sempre con sé. E’, comunque, un ragazzo con la testa sulle spalle perché il calcio, per lui, non rappresenta il futuro, difatti lavora: “Mi piace giocare –conclude- e lo faccio sempre cercando di dare il massimo, ma il calcio non mi può dare le certezze che mi dà il lavoro”. Il voto più alto della finale lo ha, però, conquistato Anselmo Grieco, perché con le sue giocate ha messo veramente in ginocchio la squadra di mister Casu: “Devo ringraziare tutta la squadra -commenta i complimenti il numero 10 oppidano- se mi sono espresso a quei livelli e mi ha dato soprattutto questa possibilità, perché è la prima volta che gioco una finale ed è stata una bellissima esperienza”. La vigilia porta sempre pensieri, specie quando poi non parti favorito, perché lo erano i campani che vantano un organico di un certo spessore: “C’era un po’ di tensione -spiega Grieco- anche se conoscevamo già il Tanagro, e c’era grande attesa in paese. Ma, poi, quando scendi in campo non pensi a niente e a nessuno. C’era tanta gente e mi ha fatto piacere vincere, soprattutto per i tifosi che meritavano questo trofeo”. Le emozioni erano tutte concentrate al triplice fischio finale, anche se il Tanagro ha fatto ben poco per riaprire la gara: “Chiaramente ero molto felice e c’era tanta emozione e una grandissima gioia, vincere non è mai facile, ed è stato bello”. Grieco è un centrocampista atipico, in molti lo considerano una mezza punta, ma alla fin fine dei conti è un fantasista puro che ha “licenza di spaziare”, licenza che Mister Manniello gli concede senza problemi: “Il valore di Grieco è fuori discussione -riferisce il tecnico oppidese- ma sono tutti giocatori da lodare per quello che hanno fatto e che stanno facendo. In finale mancava uno come Volturno che assicura sempre un tasso di esperienza al centro della difesa e Santagata non era al top della condizione fisica. L’abbiamo meritata noi, ma anche tutto il paese che aspettava questo trofeo. Ora dobbiamo pensare al campionato, che è ancora lungo”.