La storia della musica, a qualsiasi livello o latitudine, è fatta di uomini e luoghi. Quando gli uomini giusti passano per i luoghi giusti possiamo dire di aver fatto davvero vivere la musica. E negli anni ’90 Potenza è riuscita a far vivere la musica grazie a un luogo che è diventato subito un cult fra gli appassionati di rock del sud Italia: il Carpe Diem, un locale nato senza particolari ambizioni, ma che in poco tempo (perfettamente in riga con il rock dei suoi anni) è entrato a far parte delle carriere musicali di gruppi, cover band e cantautori emergenti italiani. Basti pensare che al Carpe Diem potevi assistere ad un concerto dei Verdena, dei Marlene Kuntz di “Catartica” o dei Prozac+, tutti artisti che, seppur agli inizi, avevano già un nome nell’ambiente underground e non avrebbero avuto molte occasioni di proporsi al pubblico lucano se non fosse stato per il Carpe Diem. Il Club di Potenza a volte anticipava i tempi, facendo una ottima concorrenza agli altri clubs del sud Italia e attirando a sè ragazzi impazienti di ascoltare questa o quella novità. Ancora oggi capita di sentire qualcuno dire: “ah sei di Potenza? Ma c’è ancora il Carpe Diem? Una volta sono venuto a vedere i Tre Allegri Ragazzi Morti”. Il fatto stesso che io (21 anni) ne parli è sintomo di grande passaparola e di buonissimi feedback da parte di chiunque abbia avuto a che fare con il club, rendendolo una vera e propria “leggenda nostrana”.
Quando entravi al Carpe Diem sentivi che c’era qualcosa di diverso, bastava andare sotto il palco per capire che lì si stava partecipando attivamente alla storia di chi ci saliva. Chi lo frequentava non immaginava che col tempo la situazione locale sarebbe degenerata perchè Il Carpe Diem proponeva sempre il meglio, dava ricchezza e soddisfazione ai giovani, una soddisfazione che oggi si va a cercare ad almeno 100 km di distanza (quando va bene).
Purtroppo i tempi sono cambiati per la musica e per la discografia, figuriamoci se un club di Potenza poteva resistere. Continueremo ad aspettare che la PFM passi per Lagonegro o che qualcuno chiami Giorgio Canali a suonare a Potenza per poter immaginare di essere ancora parte di una storia che ormai ci coglie di striscio o ci attraversa solamente per raggiungere la Puglia, la Calabria o la Sicilia.
Nel nostro piccolo non possiamo fare altro che ringraziare chi ogni anno organizza manifestazioni importanti come la 3 giorni del Pollino Music Fest (che dà visibilità ad artisti lucani offrendo al pubblico anche la partecipazione di artisti internazionali) o l’Agglutination (miglior festival heavy metal del sud Italia); per gli emergenti lucani come non citare il concorso dell’Italia Wave che impegna i ragazzi per la produzione di demo e offre al vincitore la possibilità di esibirsi su palchi importanti in manifestazioni consacrate a livello nazionale.
Speriamo che i pochi casi di eccellenza che abbiamo non si rivelino essere anch’essi degli “attimi” da cogliere, ma che possano durare a lungo e che possano migliorarsi crescendo sempre di più.